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  • Immagine del redattoreAzienda Agricola Grassfed di Hans Quarteroni

Grassfed Italiano su l'eco di Bergamo

Di Giovanni Ghisalberti

Benefici per l’animale, per l’ambiente, per l’allevatore, ma soprattutto per la salute dell’uomo. Ormai è risaputo e confermato dagli studi che i prodotti derivati da animali al pascolo, alimentati solo a erba, hanno proprietà salutistiche, nutrizionali e organolettiche decisamente superiori. Superiori ai simili che si cibano, invece, di cereali, in genere negli allevamenti intesivi ma, purtroppo, ora anche in montagna.

Ed è dalla Valle Brembana che parte una piccola «rivoluzione», o un ritorno a un metodo di allevamento più naturale, come è stato per secoli. Si deve, infatti, ad Hans Quarteroni, originario di Piazza Brembana, ora residente a Serina (dove è titolare del ristorante-trattoria «La taverna Rottigni») , la nascita della prima associazione in Italia che riunisce allevatori di «Grass-fed», ovvero di animali che si alimentano solo a erba e fieno. Si chiama Associazione italiana allevatori grass-fed (Aiag, www.grassfed-aiag.com) e, per ora, riunisce (con Quarteroni presidente) una decina di aziende, in Lombardia, Sicilia e Piemonte, con 500 bovini, 800 ovini e mille ettari di pascolo. Ma il gruppo è pronto ad ampliarsi: ci sono otto aziende in fase di approvazione, anche di capre.

Hans Quarteroni, erede di una tradizione familiare tra Ornica e Valtorta, fatta di allevamento bovino e di macellazione, ha iniziato nel 2007 ad allevare vacche di razza Highland, originaria della Scozia. Oggi ne ha una trentina, che pascolano a Piazzolo. Perché proprio loro?

«Perché più di tutte si adattano a un ambiente rustico e a climi difficili, fino a 15 gradi sotto zero – spiega Hans –. In questo modo possono pascolare allo stato brado per 365 giorni l’anno, non hanno bisogno di andare in stalla. E si alimentano sempre a erba, o a fieno, quando manca. Ma sempre all’aperto».

Gli standard richiesti dall’associazione sono rigidi, che sia un bovino tipico delle nostre Orobie, una capra piuttosto che una razza non tipica: pascolo estivo e invernale, alimentazione solo a erba e fieno, assenza di cereali, antibiotici e ormoni, e tutto quanto riguarda il benessere animale. Con interventi «moderni» consentiti solo in caso di gravi emergenze di salute. Un tipo di allevamento vicino a quello naturale che, come noto, porta a carni o latticini di assoluta qualità salutistica: maggiore quantità (fino a cinque volte) di grassi buoni come Omega 3 o Cla, capacità di abbassare il colesterolo, meno calorie e più vitamine.

«Ma il metodo grass-fed – prosegue Quarteroni – oltre a dare benefici ambientali e nutrizionali permette agli agricoltori una notevole riduzione dei costi per l’allevamento, considerato che per l’alimentazione serve solo erba e pascolo».

Nell’associazione anche un altro bergamasco: Silvestro Maroni di Ranzanico, che alleva la Pecora gigante bergamasca. «Vendiamo a singoli privati, negozi e ristoranti - spiega Quarteroni – limitandoci però all’ambito locale, perché ovviamente i numeri non lo consentono». In corso c’è la certificazione degli allevamenti, ma già l’associazione ha stretto rapporti con le altre quattro che nel mondo (Stati Uniti, Regno Unito, Sudafrica e Svizzera), diffondono la cultura e la produzione di grass-fed, tanto che al «Salone del gusto» di Torino hanno stretto il primo patto a livello mondiale. In nome della salute e dell’ambiente.


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